Gli attuali ritmi di consumo energetico delineano scenari critici per il futuro circa la possibilità che le risorse naturali siano sufficienti a fare fronte ed sostenere la crescita demografica ed economica. Sempre più rilevanti e all’attenzione dell’opinione pubblica sono le preoccupazioni circa gli effetti dell’inquinamento atmosferico, del caro petrolio e dei cambiamenti climatici.
Se consideriamo fondamentale la soluzione dei problemi collegati all’inquinamento atmosferico e alla dipendenza energetica dalle fonti fossili, le azioni più urgenti sono quelle dirette verso la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso tutte le forme possibili di risparmio e di efficienza energetica, oltre alla promozione delle cosiddette fonti rinnovabili, la cui quota percentuale di incidenza nella copertura del fabbisogno energetico nazionale dovrebbe essere incentivata molto di più di quanto si stia facendo.
Per quanto riguarda il ruolo dell’agricoltura, tenendo presente che l’area fondamentale di occupazione e di reddito per l’imprenditore agricolo resta, naturalmente, la produzione di alimenti e la valorizzazione delle qualità attraverso il riconoscimento dei bisogni dei consumatori, è da ritenersi altrettanto essenziale l’individuazione di un’altra area di investimento nella produzione e nella collocazione sul mercato di bioenergie.
Nell’ultimo decennio la Comunità Europea ha promosso, attraverso un’intensa attività normativa, la valorizzazione delle biomasse agricole per fini energetici. Il ricorso a tale tipo di approvvigionamento richiede l’implementazione di principi di sostenibilità da cui possono derivare molteplici vantaggi non solo per l’ambiente, ma anche per il settore economico ed in ultima analisi per la società. Si deve considerare sostenibile quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Con il passare degli anni, questo concetto si è evoluto e arricchito tanto che oggi si parla di molteplici sostenibilità per conciliare, in un’unica sintesi, le forti interconnessioni presenti nel mondo globalizzato e che spesso sono in contrasto tra loro: l’aumento di produttività per alimentare dignitosamente tutti gli esseri umani, il rispetto degli ecosistemi e la salvaguardia della bio-diversità, la valorizzazione delle biomasse agricole per fini energetici.
Per realizzare contemporaneamente le molteplici sostenibilità bisogna inevitabilmente adottare un nuovo modello economico basato sulla bioeconomia.
Nel febbraio 2012, la Commissione europea ha annunciato la sua «Strategia per una bioeconomia sostenibile per assicurare una crescita intelligente verde in Europa». La strategia e il piano d’azione sono stati denominati «Innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa». L’obiettivo è quello di costruire un’economia innovativa, con basse emissioni, che concili le esigenze di un'agricoltura e una pesca sostenibili, la sicurezza alimentare e l'uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, assicurando al contempo la biodiversità e la tutela dell’ambiente. Il piano si concentra su tre aspetti fondamentali: lo sviluppo di nuove tecnologie e processi per la bioeconomia; lo sviluppo di mercati e competitività nei settori della bioeconomia; l’invito ai responsabili politici e agli stakeholders a lavorare in più stretta collaborazione.
Nell’ambito della Europe 2020 Strategy la bioeconomia costituisce un elemento chiave per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa. I progressi nel campo della ricerca nella bioeconomia e della diffusione dell’innovazione dovrebbero consentire all’Europa di migliorare la gestione delle sue risorse biologiche rinnovabili e di aprire nuovi diversificati mercati in prodotti alimentari e biologici. La realizzazione di una bioeconomia in Europa ha un grande potenziale: mantenere e creare crescita economica ed occupazione nelle aree rurali, costiere e industriali, riducendo al tempo stesso la dipendenza dai combustibili fossili e migliorando la sostenibilità economica e ambientale delle industrie di produzione e di trasformazione primaria.
I suggerimenti della bioeconomia prevedono di utilizzare materie prime vegetali (prodotte in terreni marginali o in rotazione con le colture alimentari), scarti alimentari e scarti agricoli e trasformarli in materie prime rinnovabili da cui produrre, grazie all’impiego di nuove tecnologie, una serie di bio-prodotti (dai biolubrificanti alle bioplastiche, ad esempio) con basso impatto ambientale. Questo consentirà lo sviluppo di una filiera innovativa che coinvolgerà settori diversi, dall’agricoltura alla chimica, alla trasformazione e commercializzazione dei “bio”-prodotti.