La coltivazione del pioppo, diffusa nel centro e nord Italia per la produzioni di carta e tondelli, è stata introdotta solo in quest’ultime Regioni per la produzione di energie e specificatamente in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli.
I sistemi produttivi sono stati quindi messi a punto per quegli specifici ambienti pedoclimatici.
In particolar modo nel nord Italia vengono previste una lavorazione del terreno primaria con aratri a 30 – 40 cm di profondità e una discissura profonda nel mese di giugno per favorire il taglio e la penetrazione delle radici negli strati più profondi del terreno.
Ritenendo che questi metodi di lavorazione non si potessero applicare anche nei terreni più pesanti e con minor disponibilità idrica del centro Italia, si è voluta impostare la seguente metodologia sperimentale nella Regione Emilia Romagna, in aree interessate alla conversione della coltura della bietola a colture energetiche.
Sono stati impiantati due appezzamenti limitrofi con lo stesso materiale di propagazione, lo stesso giorno, ma lavorati in maniera differente: la tesi 1 era stata lavorata con ripper incrociando i passaggi a distanza di 1 m e con profondità pari a 0,7 m facendo poi seguire l’aratura a 40 cm di profondità.
La tesi 2 era stata lavorata solamente con erpice a 0,3 m di profondità.
A causa dell’andamento climatico particolarmente siccitoso nel mese di luglio, la tesi 1 si presentava come nella foto a destra mentre la tesi 2 è rappresentata nella foto a sinistra.
Nella tesi 1 le piante hanno avuto la possibilità di fare scendere le radici lungo i solchi lasciati dal discissore fino a 70 cm di profondità, oltre la suola di aratura, dove evidentemente vi si trovava umidità sufficiente a permetterne la sopravvivenza fino alle prime piogge che sono sopravvenute alla fine di agosto.
Nella tesi 2 si è creata una forte competizione nell’uso delle poca umidità presente nei primi 50 cm di terreno tra la coltura impiantata, le erbe infestanti e le colture perenni limitrofe, che ha portato alla perdita totale della coltura.
L’esperienza ha dimostrato che la scelta della tecnica di lavorazione del terreno negli impianti di pioppo coltivati come SRF nel centro Italia è di fondamentale importanza, a differenza del nord Italia perché, in relazione ai possibili periodi siccitosi estivi l’impianto può essere totalmente compromesso.
I costi di produzione della tesi 1 sono di gran lunga superiori a costi della tesi 2; si è sviluppato quindi un sistema di lavorazione del terreno a due strati con singola passata solamente dove verrà piantata la talea, nell’ottica di ottenere gli effetti della tesi 1 con i costi della tesi 2.